Anche questo sarà l’ennesimo articolo rivolto alla rieducazione musicale più che alla promozione di nuove tecnologie applicate alla chitarra, visto il disinteresse galoppante verso lo studio di uno strumento. Di certo da quando il genere TRAP ha fatto la sua comparsa, dove non c’è necessità di musicisti per costruire il brano, né di cantanti preparati (autotune), né di essere grandi ermeneutici per la stesura del testo, l’abisso si è fatto sempre più profondo! L’arte non ha nulla di politicamente corretto e soprattutto lasciamola fare a chi ha avuto la benedizione direttamente da ‘lassù’…
Nello scenario culturale decadente, si somma una convinzione (bias cognitivo) per cui il ‘made in China’, significhi: ‘risparmio’. Sono validi i prodotti che costruiscono? Da dove viene questa capacità produttiva a costo zero? Dobbiamo fare un distinguo, se il brand è un’azienda occidentale dove lì ha delocalizzato, la risposta è affermativa. Se invece il prodotto, frutto dell’intera catena del valore, è cinese, i marchi si contano sulle dita di una mano. Ma come mai riescono solo loro ad avere un costo del lavoro così basso? I fattori sono molteplici tra cui: una pianificazione statale degli asset commerciali dove il privato è coadiuvato dallo stato (spesso recriminato dopo l’ingresso nel WTO), stabilità politica (non votano…), sfruttamento di risorse umane ridotte in schiavitù (internati politici), valorizzazione dell’istruzione, grande voglia di lavorare, assenza di un culto religioso improntato sulla trascendenza ma più su norme comportamentali (confucianesimo), una spiccata inattitudine all’osservanza delle norme extra territoriali. Entrando nello specifico del settore musicale, vorrei denunciare come da diversi anni, alcune piattaforme di e-commerce cinesi vendono fake, a danno di importanti costruttori americani come: Gibson, Music Man, Alembic, Seymour Duncan, Ernie Ball ecc.
Il sito in questione è AliExpress. Il cliente lamenta la non autenticità del pick up Seymour Duncan; il fornitore con assoluta tranquillità afferma di aver venduto un falso. Di fronte a questo atteggiamento spocchioso che è un modus operandi e vivendi direi per la cultura cinese, c’è da chiedersi cosa possiamo fare per difenderci. Probabilmente ritornare ad amare la propria patria, a discernere tra l’affarismo e il commercio, pretendere etica da parte di tutti gli attori in scena..
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I musici e gli artigiani in Italia….
Posted on 17 July 2023 by manuel
Il contesto musicale italiano attuale rimane fanalino di coda di un mondo che si fa più smart a livello globale ma che da noi appare più che altro flat. Di certo non mancano musici di caratura internazionale sia mainstream (Maneskin) che di nicchia ( Mancuso ); allora dove si nasconde il virus letale? Eppure la musica fa bene! Esiste pure una disciplina medica (musicoterapia), è un’arte estremamente fruibile che a differenza di altre, crea aggregazione, comunicazione. Sempre secondo la scienza, per chi si cimenta nell’imparare a suonare uno strumento é un’attività che attiva il cervello e il corpo in modo straordinario e ‘sincronizzato’. I generi musicali del decennio ’65/’75 valsi un secolo per qualità e varietà erano certamente una svolta e hanno avuto una ridondanza universale, tradotto: la buona musica ha venduto moltissimo e lo può fare ancora! Come detto in precedenza, mettere ‘in moto il cervello’ delle persone diviene certamente scomodo per la classe politica, meno si riesce a manipolare meno potere hai! In Italia si alternano governanti ogni anno e mezzo circa, quando la stabilità è un parametro fondamentale per vedersi riconosciuta credibilità nazionale e soprattutto internazionale. Essere patria della moda ne è sintomatico; ciò significa omologarsi ciclicamente a dei dettami meramente imprenditoriali da non confondere con i movimenti culturali che si esprimono financo l’abbigliamento! Nella couture c’è un innegabile ingegno (sartoriale) ma è relegata a persone molto facoltose! L’apparire è sì comunicazione ma prescinde da un ciclico sdoganamento da parte dei componenti di una società, di per sé annulla la lungimiranza come target. Una considerazione personale: “l’arte, in qualsiasi sua formula, viaggia a pari passo con il benessere economico”. Analizzando la storia (vedi Venezia..) e la mia esperienza di vita ho constatato come sia inversamente proporzionale il binomio qualità/disagio economico.La mancanza di prospettiva porta all’apatia, tutto quello che è transitorio porta ad una destrutturazione culturale. Studiare uno strumento musicale ad esempio, richiede fatica e questo cozza con il vivere smart! L’eccesso di comunicazione (tipicità degli ultimi decenni), oscura gli attori competenti (linee guida) poiché promuovono il sacrificio in controtendenza al mondo facile, purtroppo la chimera degli ignoranti! Questa analisi trova concretezza quotidianamente nelle scelte operate dalla gente, l a negatività, la pochezza, la codardia non sono mai stati tratti predominanti di un grande popolo!